
20 Gen Il Greenwashing: l’ecologismo di facciata
La sostenibilità è un argomento centrale in questo particolare momento storico, ed ovviamente ispira molte strategie di marketing e comunicazione. Il Green Marketing punta sulla sostenibilità dei prodotti, pubblicizza prodotti ecologicamente preferibili a quelli dei concorrenti, per favorirne la vendita, e fornisce tutte le informazioni dettagliate verificabili. Il Greenwashing è invece un ecologismo di facciata, mette in luce selettivamente uno o due vantaggi “green” di un prodotto, al fine di veicolare un’ immagine complessiva di prodotto sostenibile. Si tratta di una pratica illecita che si verifica appunto quando le asserzioni ambientali attribuite al prodotto non sono verificabili, non ci sono cioè riscontri oggettivi. Ed essendo un illecito è legalmente perseguibile.
Le aziende sono consapevoli che devono offrire prodotti sostenibili, perché i consumatori sono alla ricerca di prodotti ecologici che tutelino l’ambiente e quindi veicolano messaggi pubblicitari “generici” (scelta naturale, amica dell’ambiente ecc.) oppure fanno riferimento a Certificazioni Ambientali come la 14001, di cui sono in possesso, che dovrebbero legittimare la sostenibilità del prodotto, ma sappiamo che ciò non corrisponde al vero. Dotarsi di un Sistema di Gestione Ambientale è sicuramente utile ma non è sufficiente.
Ciò che conta davvero è: “L’analisi del Ciclo di Vita o LCA ( Life Cycle Analysis”, un metodo che ci consente di suddividere sistematicamente ogni prodotto nei suoi componenti e nei loro processi industriali sussidiari, e di misurare con precisione quasi chirurgica il loro impatto sulla natura, dai primi passi della loro produzione fino allo smaltimento finale. Questa meticolosa analisi fornisce i valori dell’impatto nocivo di ogni fase dell’intero ciclo di vita di un prodotto, dalla produzione alla demolizione: per i materiali grezzi impiegati, l’energia e l’acqua consumate, l’ozono fotochimico rilasciato, gli scarichi tossici nell’aria e nell’acqua, la produzione di scorie pericolose (Intelligenza Ecologica di Daniel Goleman).
Pubblicizzare un prodotto come “verde” sulla base di una singola caratteristica positiva, ignorando al contempo tutte quelle negative, è solo un gioco di prestigio. Il settore della stampa non è esente da questa pratica, molti famosi Brand veicolano messaggi di prodotti sostenibili e improvvisamente tutte le stampanti sono diventate ecologiche!. Se si approfondisce l’argomento si scopre che la sostenibilità del prodotto è determinata da una sottile riduzione del rumore rispetto ai modelli precedenti per esempio, oppure da una minima riduzione di produzione di CO2 nel ciclo produttivo o altre banalità di questo genere.
Crediamo sia necessaria una maggiore attenzione in questo ambito. Abbiamo scelto in Aaron di commercializzare le stampanti Epson con stampa a freddo, perchè questa particolare tecnologia consente di eliminare la produzione e la gestione del 96% circa dei materiali di consumo e questo è un riscontro oggettivo non confutabile. Si tratta di un risultato raggiunto da Epson perchè la sostenibilità fa parte del DNA dell’azienda. Accedendo al Report, nel link sottostante, è possibile rendersi conto che l’interesse per l’ambiente non è una moda del momento, ma un valore condiviso da lungo tempo.
https://www.epson.it/it_IT/sustainability-report