
04 Feb Cos’è lo smart working: significato e come funziona – Parte 1
Smart working. Un termine che è entrato quasi di diritto a far parte del nostro vocabolario.
Praticamente ogni giorno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, causata dal Covid-19, abbiamo sentito parlare di smart working, di modalità di lavoro agile a distanza, tanto che oggi sono diventati termini di uso comune.
Tuttavia esistono ancora molti dubbi e questioni aperte intorno a questo tema legati alle specificità del quadro normativo e ai conseguenti cambiamenti nei rapporti di lavoro. Dubbi sull’effettiva modalità di esecuzione, sulle implicazioni di lavorare in smart working o il suo significato preciso. Un termine cui spesso si ricorre per indicare tanto la modalità di lavoro agile, quanto in maniera errata il telelavoro.
Dedichiamo quindi la nostra disamina sullo Smart working alle basi di quest’argomento estremamente vasto, che tocca le imprese private, le organizzazioni di vario tipo e anche la Pubblica Amministrazione.
Chiariamo nei fatti cos’è lo smart working, il significato che acquisisce a livello pratico e culturale e qual è la differenza rispetto ad altri termini simili – come la modalità di lavoro agile e la prestazione lavorativa in modalità di telelavoro.
Trattiamo infine lo smart working in relazione soprattutto alla Digital Trasformation, quindi concludiamo con un riferimento al lavoro agile nella Pubblica Amministrazione (PA) e al POLA (Piano Organizzativo del Lavoro Agile).
Un passo per volta, scioglieremo insieme tutti i dubbi.
SOMMARIO:
Cos’è lo smart working: significato e come funziona – Parte 1
Smart working: significato sul piano pratico e culturale
Differenza tra smart working, lavoro agile e telelavoro
POLA e Smart working: come funziona il lavoro agile nella Pubblica Amministrazione
In italiano il termine smart working assume il significato di “lavoro agile”
Fa riferimento ad un contratto di lavoro subordinato
La modalità di esecuzione del rapporto non prevede vincoli sul piano orario o spaziale
Le attività lavorative sono organizzate per fasi e obiettivi
Naturalmente, tutto questo nasce da un precedente accordo tra datore di lavoro e dipendente. Si può definire come un cambiamento nel rapporto di lavoro? La risposta è no. Ciò che cambia, però, è il metodo.
Lo smart working è a tutti gli effetti un nuovo modo di lavorare. Presuppone una modalità a distanza che offre numerosi vantaggi, qualche svantaggio e dove il concetto per eccellenza è quello di flessibilità.
Nella pratica, per il lavoratore significa:
- Essere in grado di conciliare le tempistiche del proprio lavoro con quelle della propria vita privata
- Trovarsi in condizioni favorevoli per una crescita a livello di produttività
Queste considerazioni si ritrovano anche nella definizione di smart working del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Lavorare in smart working implica quindi la scoperta di un buon equilibrio. Quello tra qualità della vita e produttività lavorativa. In questo senso, un ruolo fondamentale giocano le nuove tecnologie, ideali per favorire l’ottima comunicazione ed integrazione sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione.
La modalità di lavoro agile a distanza rappresenta un vero cambio di paradigma che coinvolge proprio tutti i modelli organizzativi dell’azienda, pubblica o privata che sia. Orari e soprattutto luoghi fisici di lavoro.
Siamo di fronte ad un concetto di lavoro del tutto nuovo ispirato alla tecnologia: il “Digital Workplace”, Ecco che lo smart working assume un significato più profondo, soprattutto sul piano culturale (e manageriale).
Ci dirigiamo verso un radicale cambiamento del modo di pensare e vivere il lavoro.
Differenza tra smart working, lavoro agile e telelavoro
Una breve parentesi per chiarire la differenza tra varie modalità di esecuzione a distanza delle attività lavorative.
Si tratta di concetti simili per alcuni aspetti, ma sostanzialmente molto diversi. Smart working, lavoro agile e telelavoro. Ci si riferisce, in realtà, a forme operative basate su due presupposti:
SMART WORKING – modalità di lavoro agile adottabile in qualunque momento, dettata da necessità di contesto o circostanze precise. Si tratta di una modalità fondamentalmente temporanea
TELELAVORO – in questo caso le attività lavorative sono svolte con un rapporto di lavoro a distanza in maniera regolare. Una prestazione lavorativa in modalità a lungo termine, spesso definitiva, stabilita da apposito contratto
In entrambi i casi, comunque, è fondamentale l’adozione di un adeguato supporto informatico e telematico, che consenta di svolgere le attività lavorative da remoto, come in azienda.
Smart working: come funziona
Questo nuovo modello di lavoro, definito dallo smart working, come funziona effettivamente? Come fare per svolgere le attività lavorative al meglio, senza interruzioni e puntando ad ottimizzare la produttività?
Fondamentale è la Connessione. Concetto chiave dei nostri tempi, determinante affinché datori di lavoro e lavoratori siano coinvolti e soprattutto produttivi, anche in modalità di lavoro a distanza.

Alla questione “lo smart working come funziona”, la risposta è da ricercare nella Digital Trasformation che via via stiamo mettendo in atto nelle organizzazioni.
Grazie a tecnologie innovative siamo in grado di connetterci e gestire al meglio le diverse attività produttive.
In parallelo, è necessario fare riferimento ad ulteriori aspetti e attingere ad altre discipline.
Possiamo così dare maggior concretezza al nuovo modello identificandone la reale portata (in particolare rispetto al cambio di paradigma).
A livello pratico, alle amministrazioni pubbliche è stato richiesto un “ulteriore sforzo”. Queste sono infatti chiamate a redigere, entro il 31 gennaio di ogni anno (dal 2021 in avanti), il POLA – Piano Organizzativo del Lavoro Agile.
Si tratta dello strumento destinato alla programmazione del lavoro agile. La Pubblica Amministrazione stabilisce così: misure organizzative, percorsi di formazione per i lavoratori, requisiti relativi alle tecnologie da impiegare, strumenti per la verifica dei risultati.
Il POLA è dunque utile per definire le modalità di esecuzione (attuative) dello smart working e, soprattutto, gli indicatori delle performance dei lavoratori.
In base a questo strumento, tutte le attività lavorative eseguibili in modalità a distanza, quindi da remoto tramite lavoro agile:
- Possono essere svolte almeno dal 60% dei dipendenti di un’organizzazione
- Possono essere svolte dal lavoratore che richieda lo smart working con la garanzia di non subire alcun tipo di penalizzazione sul piano professionale.
L’adozione del POLA, comunque, non è obbligatoria. In questo caso l’organizzazione è tenuta all’applicazione della modalità di lavoro agile a distanza ad almeno il 30% dei dipendenti, su loro richiesta.
Concludiamo qui la nostra panoramica iniziale. Abbiamo definito cos’è lo smart working, il suo significato su diversi piani e come funziona lavorare in smart working per diverse realtà, concludendo con i riferimenti al POLA.
Nei prossimi articoli dedicheremo la nostra attenzione a:
- Aspetto Legale – Normativa Smart working: la Legge 81/2017 sul lavoro agile – PARTE 2
- Sicurezza sul Lavoro – Smart working e sicurezza sul lavoro: obblighi e rischi – PARTE 3
- Tecnologie, connessione e sicurezza dei dati – Tecnologie per lo smart working, protezione dei dati e sicurezza informatica – PARTE 4